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La tiroide è una ghiandola endocrina, situata nella regione anteriore del collo, alla base della gola. Ricopre un ruolo importante nei processi metabolici del corpo. In particolare, rilascia due ormoni primari: triiodotironina e tiroxina.

In passato, abbiamo già visto sia alcuni sintomi che possono indicare la presenza di disturbi alla tiroide, che alcuni alimenti che ne possono migliorare il funzionamento.

Ciò di cui non abbiamo parlato, e che tratteremo oggi, sono invece una serie di sostanze, più o meno comuni nelle nostre case, che possono interferire con l’attività di questa ghiandola. Vediamone alcune.

1 Padelle antiaderenti

L’acido perfluoroattanico, o Pfoa, è un derivato chimico utilizzato nella fabbricazione del teflon, un materiale molto comune che riveste le padelle antiaderenti. L’Epa ha deciso di eliminare il Pfoa entro il 2015 dai processi di produzione, per limitare l’inquinamento ambientale, ma i problemi legati a questa sostanza non si limiterebbero alla sua sostenibilità. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della University of Exeter e pubblicato sulla rivista Environmental Health Perspectives, infatti, avrebbe dimostrato la correlazione tra livelli elevati di questa sostanza nel sangue e un pericolo maggiore di sviluppare malattie alla tiroide. Soprattutto nelle donne. Anche se il Pfoa è semplicemente un emulsionante utilizzato nel processo di produzione delle padelle e i più affermino che non è presente nel prodotto finale, si consiglia sempre di non cuocere ad elevate temperature, e di non utilizzare utensili graffiati.

 

2 Ritardanti di fiamma

Probabilmente questo nome non vi dice niente, eppure sono sostanze con cui entriamo in contatto tutti i giorni. I ritardanti di fiamma, o PBDE, sono delle sostanze chimiche che hanno il compito di evitare la combustione dei prodotti. Sono presenti in cellulari, computer, televisori, ma anche cuscini, tappeti, macchine da caffè. Secondo i ricercatori dell’Università di Yale, però, ci sarebbe un collegamento tra l’esposizione agli eteri di difenile polibromurato (PBDE) e il cancro alla tiroide. Secondo il dott. Yawei Zhang, professore associato presso il Dipartimento di Scienze della Salute Ambientale della Yale, numerosi studi hanno mostrato che i PBDE creano interferenze nella produzione di ormoni tiroidei essenziali, problemi alle ghiandole endocrine (compresa la tiroide), una diminuzione della fertilità nelle donne, basso peso alla nascita e problemi di sviluppo nei bambini.

3 Plastica

Al di là della necessità di ridurre la plastica, per alleggerire l’impatto nocivo sull’ambiente, all’interno di questo materiale potrebbero nascondersi delle sostanze chimiche preoccupanti che interferiscono con le funzioni della tiroide. Le bottiglie di plastica, o i contenitori per alimenti, infatti, causerebbero la migrazione in cibo o bevande di ftalati. Uno studio su larga scala effettuato dall’Università del Michigan avrebbe mostrato una forte relazione tra disturbo della tiroide e il DEHP, uno ftalato molto comune. Ai campioni di urina con un’esposizione al DEHP più alta del 20% è stata associata una diminuzione del 10% di alcuni ormoni tiroidei rispetto ai campioni di urina che avevano un’esposizione al DEHP più bassa del 20%.

4 Acqua corrente

Il problema non è l’acqua corrente in sé, quanto il perclorato che può contenere. Secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), il corpo umano è molto esposto a questa sostanza. Il Perclorato è un sottoprodotto di fuochi d’artificio e carburante, ma anche della produzione dei cerini. La sua pericolosità deriva dal fatto che inibisce l’assorbimento di iodio. Da uno studio condotto dai CDC, è emersa una connessione tra i livelli di perclorato presenti nel corpo e i livelli di ormoni tiroidei. Questa sua azione lo rende capace di bloccare il recettore dello iodio nella tiroide, causando ipotiroidismo. Per fortuna la sua presenza nell’acqua corrente è in genere sporadica.

5 Antibatterici

Il triclosan è una sostanza comunemente aggiunta in lozioni, saponi e dentifrici per aumentarne l’azione antibatterica. Ultimamente, alcune ricerche ne hanno sottolineato la pericolosità per la salute, tanto che, ad esempio, il Minnesota ne ha vietato l’uso. Ma non è tutto: sembra infatti che questa sostanza interferisca con il sistema endocrino, agendo come perturbatore sugli ormoni della tiroide e sugli ormoni sessuali.

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