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“Perché lo lasci tutto solo nella culletta invece di stringerlo a te?” “Mi hanno detto di fare così, che è meglio abituarlo dall’inizio, altrimenti si vizia”…”E tu cosa vorresti fare”? “Vorrei tenerlo stretto a me”…

Queste frasi sono profonde ferite…lame per chi le ascolta, lame per chi le dice e ancor più le pensa.
Cos’è successo all’umanità, che si è evoluta e continua a farlo incessantemente in ogni ambito, ma pare regredire in quello della maternità?Com’è possibile al giorno d’oggi credere che sia giusto lasciare un bambino solo, magari in lacrime, rinnegando il proprio istinto e la propria natura di mammiferi?Come si può pretendere autonomia da un cucciolo di pochi mesi o di pochi anni?
Chi continua a propinare certi “modelli educativi” e a fare leva sulla labilità delle neomamme?
Nell’era di Internet, dei mass media, dell’informazione facile e non sempre filtrata, delle suocere e le cognate con il giudizio sempre pronto e spesso non richiesto, non rimane che ascoltare il proprio istinto e accogliere i desideri del bambino.
I bambini non conoscono “vizi”, “capricci”, “abitudini”. E non sono “monelli”, “pretenziosi” né “mammoni”.
Un bambino è un bambino e ha bisogno di cure, di amore, di calore e di contatto…di sapere che ci siamo.
Un bambino lasciato solo capirà che è giusto lasciare gli altri soli.
Un bambino amato e coccolato saprà che è giusto amare gli altri, riuscirà a fidarsi e ad affidarsi e farà lo stesso per gli altri. Vivrà in modo equilibrato e con autostima e quando lo riterrà opportuno deciderà di intraprendere da solo la sua strada, consapevole di poter contare su chi gli ha sempre trasmesso amore e vicinanza.
Ascoltiamo il nostro istinto e i nostri bisogni reali.
Siamo mammiferi, non scordiamolo!

Dott.ssa Ost. Daniela Santoro

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