fbpx

Emozioni e problemi intestinali: perché rabbia e paura ci fanno venire il mal di pancia

Perché le emozioni influiscono sul nostro intestino? La teoria del cervello addominale che spiega perché quando abbiamo paura o siamo stressati ci fa male la pancia.
Le emozioni influenzano non solo il nostro umore, ma anche il nostro corpo. Lo abbiamo visto, ad esempio, quando abbiamo parlato dello squilibrio tra emozioni e organi interni e di come alcune malattie siano collegate a situazioni di malessere particolari.

Oggi, invece, parleremo nello specifico del cervello addominale, cioè di come le emozioni lavorino nella nostra pancia, portandoci a sperimentare disturbi digestivi e intestinali.

Non tutti ne sono al corrente, e non tutti condividono questa teoria, ma sembra che il nostro corpo sia dotato di due cervelli: quello presente nel nostro cranio (che tutti conosciamo) e quello presente nel nostro ventre, chiamato cervello addominale.

La teoria fu presentata a Milano nel 2004, da Michael D. Gershon, esperto di anatomia e biologia cellulare della Columbia University. Secondo Gershon, il secondo cervello è una sorta di chiave che regola stress, ansia e tensione, svolgendo “importanti funzioni che si riflettono sull’intero organismo“.

Spiegava all’epoca l’esperto americano: “La teoria dei due cervelli poggia su solide basi scientifiche. Basti pensare che l’intestino, pur avendo solo un decimo dei neuroni del cervello, lavora in modo autonomo, aiuta a fissare i ricordi legati alle emozioni e ha un ruolo fondamentale nel segnalare gioia e dolore. Insomma, l’intestino è la sede di un secondo cervello vero e proprio. E non a caso le cellule dell’intestino producono il 95% della serotonina, il neurotrasmettitore del benessere“.

L’influenza delle emozioni sul nostro stomaco e il nostro intestino è spiegata scientificamente in questo modo: l’intestino rilascia serotonina in seguito a stimoli esterni, come immissione di cibo, ma anche suoni o colori. Ma non solo: la serotonina è prodotta anche in base a input interni, come emozioni e abitudini.

Come spiega Gershon: “Questo neurotrasmettitore è come un direttore d’orchestra, che manovra le leve del movimento intestinale“. “La quantità di messaggi che il cervello addominale invia a quello centrale è pari al 90% dello scambio totale – sostiene il ricercatore – Per la maggior parte si tratta di messaggi inconsci, che percepiamo solo quando diventano segnali di allarme e scatenano reazioni di malessere“.

Discussioni in famiglia, un esame, rabbia e tensioni, dunque, si accumulano proprio nell’addome. Ad esempio, per Gershon, le farfalle nello stomaco durante una conversazione stressante o un esame sono il sintomo di come l’intestino assimila e digerisce anche le informazioni ed emozioni che arrivano dall’esterno.

Cervello e intestino, quindi, dialogano tra di loro in maniera più “confidenziale” di quanto possiamo immaginare. Il fulcro di questo dialogo sarebbe la serotonina, l’ormone che regola gli stati d’animo e le loro mutazioni. Le informazioni vengono inviate direttamente al sistema limbico del cervello, che le rielabora. Quando sono negative, e sono associate a stati di tensione e di ansia o di paura, allora il cervello invia all’intestino “l’ordine” di rilasciare altra serotonina per gestire il surplus emotivo. Una cosa che, però, ha delle ricadute sul funzionamento dell’apparato digestivo.

Tra i sintomi più comuni che avvertiamo a seguito di un’emozione generalmente negativa ci sono ad esempio gonfiore, crampi, stitichezza o al contrario diarrea. Risultati di una contrazione innaturale della muscolatura addominale. Ma non è tutto. Tensione emotiva e soprattutto stress inducono a una iper-secrezione di acido cloridrico da parte dello stomaco, che va a infiammare le mucose. Una condizione che a lungo andare può trasformarsi anche in gastrite.

Una contrazione della muscolatura addominale nella zona diaframmatica, invece, rallenta la digestione. Escluse tutte le altre cause che possono portare a disturbi digestivi o intestinali, quindi, un’ottima prassi per eliminare alla radice il problema potrebbe essere quella di lavorare sulle vostre emozioni, per imparare a gestirle e trovare altre valvole di sfogo che non siano dentro di voi.

Condividilo con i tuoi amici!