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Il timo è la ghiandola dell’entusiasmo giovanile, del gioco e dello scherzo, della poesia e della fantasia; purtroppo tende ad atrofizzarsi dopo la pubertà, quando aumentano disciplina scolastica e lavorativa, responsabilità familiari e sociali. Una persona normale e sana e con il timo in ordine, resta spumeggiante a vita, sprizza gioia da ogni poro, è contentissima di stare al mondo, ha energia in sovrabbondanza, comunica freschezza ed ottimismo, è una persona radiosa. Eppure i medici non solo procedono alla rimozione disinvolta di tessuti ed organi, ma anche di tiroide e timo, cioè della ghiandola dell’entusiasmo e della voglia di vivere.

Il timo è una ghiandola appartenente al sistema linfatico e, più in generale, a quello immunitario. Si tratta di un organo impari, localizzato nella parte alta del mediastino anteriore tra lo sterno ed i grossi vasi che escono dal cuore. L’attività e le dimensioni del timo raggiungono la loro massima espressione all’inizio del periodo adolescenziale, quando la ghiandola pesa circa 30-40 grammi. Dopo questo periodo il timo regredisce lentamente.

È una strana ironia che medici e ricercatori abbiano scoperto proprio nel significato della parola “timo” il profondo funzionamento di questa ghiandola. Sebbene tale parola derivi dal greco thymos, le sue radici vanno ancora più profonde. Andando indietro nel tempo, fino ai tempi di Socrate e Platone, troviamo che timo derivava dalla radice Indo_Europea dheu, che è alla base di una larga varietà di significati derivati, come “alzarsi in fiamme“, “sollevarsi in una nuvola“, “fumare“.

Nel secondo secolo Galeno chiamò “timo” quella ghiandola bilobata, rosa-grigiastra, situata nella parte alta del torace perché, racconta la leggenda, gli ricordava una mazzetto di timo. Ma lo stesso timo aveva preso tale nome perché veniva bruciato come incenso sugli altari degli dei. Pertanto la parola timo ricorda l’alzarsi del fumo; il bruciare dell’incenso come sacrificio innalzato verso gli dei.

Secondo gli antichi Saggi, quando in noi nascono l’aspirazione spirituale, il canto di ringraziamento e l’esternazione di amore, ciò avviene in un punto situato sopra il cuore, il nostro “altare interiore”. Pertanto, per loro, il timo rappresentava anche il respiro dell’anima, dal quale dipende l’energia dell’uomo e il suo coraggio.

L’importanza del timo

Fino al 1950 il funzionamento del timo era poco conosciuto, anche se già nel 1902 il dott. Foulerton, a Londra, usava l’estratto di timo nel trattamento dei cancri. Malgrado ciò, l’insegnamento standard ha sempre sostenuto che il timo non ha alcuna funzione nella persona adulta. Questa conclusione nasce dal fatto che, nell’autopsia di una persona adulta, il timo viene generalmente trovato piuttosto piccolo e atrofizzato. Ma questa condizione della ghiandola è dovuta al fatto che, a fronte di un grande stress quale può essere un’infezione, il timo può rimpicciolire fino alla metà del suo volume in ventiquattr’ore. Pertanto non c’è da meravigliarsi se lo si trova atrofizzato quando viene esaminato in una persona defunta.

Va anche notato come il timo si atrofizzi drammaticamente in una persona che è sottoposta ad un forte stress. Dopo alcuni giorni di una seria ingiuria o improvvisa malattia, milione di linfociti sono distrutti ed il timo arriva a restringersi fino ad essere la metà del suo volume iniziale. Questo fa parte della reazione generale allo stress descritta da Hans Selye. (Stress without distress, New York, J.B.Lippincott Company, 1974).

Durante gli ultimi vent’anni si sono accumulate varie evidenze scientifiche ed oggi il timo viene visto come una ghiandola molto importante nella difesa immunitaria. Il suo ruolo è così importante che ci è difficile credere che qualcuno, ancor oggi, continui a credere che nella persona adulta il timo non abbia alcuna funzione.

La funzione del timo è di portare a maturazione vari tipi di linfociti, finalizzandoli a distruggere i patogeni intracellulari. Queste cellule, prodotte dal midollo osseo in forma di precursori immaturi, subiscono una serie di trasformazioni diventando dapprima timociti e poi linfociti T (da Timo). La loro attività sta alla base dell’immunità cellulo-mediata, vale a dire di quel processo per cui l’organismo riconosce e distrugge le cellule infette risparmiando quelle sane. Una volta “addestrati”, i linfociti T non rimangono nel timo, ma migrano verso altri organi linfatici periferici (linfonodi, milza, tonsille ecc.) dove si moltiplicano per svolgere a pieno la loro mansione difensiva.

Quanto il timo sia importante viene dimostrato quando, in un uomo o un animale, viene rimosso oppure viene distrutto. In queste condizione si riscontra un’immediata perdita di efficienza del sistema immunitario, specialmente per ciò che riguarda la protezione dalle infezioni e la rimozione delle cellule tumorali. Se, per esempio, in un giovane topo a cui è stato rimosso il timo, vengono iniettate delle cellule cancerogene, il cancro si svilupperà e il topo morirà. Se invece il timo fosse stato intatto il tumore sarebbe stato riconosciuto come un nemico e sarebbe stato eliminato.

La ghiandola del timo produce anche ormoni che agiscono in particolare sullo sviluppo di scheletro e muscolatura, sul cuore e sui vasi sanguigni, sull’apparato genitale, e su altre ghiandole endocrine, tra cui la tiroide.

Il suo volume sembra variare notevolmente in funzione dell’età: continua ad aumentare fino alla pubertà (quando pesa circa 30-40 grammi), quindi inizia un processo involutivo durante il quale la massa ghiandolare viene lentamente sostituita da tessuto adiposo, anche se non scompare mai completamente. Nell’anziano pesa 7 grammi.

Timo, mente e stress

La ghiandola timo controlla e regola il flusso di energia nel nostro organismo, ed è in grado di iniziare una correzione istantanea per riequilibrare eventuali squilibri e riportare armonia e normalità al flusso energetico. Il timo può perciò essere considerato come l’anello di congiunzione tra mente e corpo, in quanto è il primo organo fisico ad essere influenzato dall’attitudine mentale e dallo stress.

La prima risposta che il corpo offre ad una condizione stressante è la restrizione della ghiandola timo. Ma ancora prima che appaia questo questa risposta fisica, si assiste ad un’immediata riduzione dell’energia vitale. Lo stesso timo, quando viene misurata con la chinesiologia, risulta assai debole. E quando lo stress viene rimosso il timo risulta forte nuovamente.

Quando si possiede un timo sano ed attivo si dispone anche di molta energia e benessere generale. Siccome molte disfunzioni e malattia nascono proprio a livello energetico, è il caso di dare al timo l’importanza che si merita.
Ogni volta che si presenta uno sbilanciamento emozionale, uno squilibrio energetico o qualche malattia, possiamo invariabilmente trovare il timo indebolito. Se noi attiviamo questa ghiandola otterremo subito un miglioramento nel flusso energetico. E questa energia opererà in modo positivo per aiutare il soggetto verso la guarigione.

Timo e Meridiani energetici

L’Agopuntura ci insegna che ci sono 14 meridiani nei quali scorre l’energia vitale chiamata “Ci” o “Ki”. Nel tempo si è notato come il flusso energetico in questi meridiani sia sotto il controllo del timo, e come il medesimo sia fortemente influenzato dalle emozioni come l’amore, l’odio e la paura.

Ogni malattia inizia come un problema a livello energetico, un problema che può esistere per molti anni prima di manifestarsi nel corpo fisico. Compare come una riduzione generale dell’energia corporea che, nel tempo, conduce ad uno squilibrio energetico in qualche parte del corpo. Se noi fossimo in grado di essere consapevoli di questo sbilanciamento energetico, già al primo insorgere, avremmo molto tempo per correggerlo. E queste azioni sarebbero davvero definibili come “medicina preventiva”.

Il timo riflette pure la volontà di guarire

Ogni qualvolta il nostro timo è debole significa anche che non abbiamo sufficiente volontà per guarire. Infatti la nostra energia vitale non è abbastanza alta per poter promuovere i vari processi che conducono alla guarigione.

Dovrebbe apparire chiaro come questa scoperta rivesta un grande valore nella pratica clinica. In effetti, il primo traguardo che si dovrebbe porre qualsiasi medico o terapeuta, è quello di attivare la volontà del paziente di essere sano e guarito. Se questo non verrà fatto, allora tutto ciò che si riuscirà a fare, ed è ciò che la medicina sembra che riesca a fare attualmente, è produrre una società di morti viventi.

I magnifici progressi fatti della medicina moderna stanno, infatti mantenendo le persone in vita, ma esse non hanno vita dentro di loro; non hanno vitalità. Esse si muovono, respirano, ma non sono realmente vive. Questo succede perché non abbiamo ancora capito che il potere guaritore viene dal profondo di noi stessi.

È pur vero che i medicinali hanno valore, però ne hanno tanto di più quando sono usati in congiunzione con qualcosa che attiva l’energia vitale del paziente. Questo è per il motivo per cui sono convinto che il primo trattamento che si dovrebbe fare, è quello di attivare la volontà del paziente, e se riusciamo ad attivare il suo timo potremo raggiungere lo scopo più facilmente.

Quando si riesce ad attivare il timo di un malato, si possono assistere a dei miglioramenti veramente stupefacenti. Noi dovremmo sempre partire dal presupposto che la vera medicina è il potere dell’energia vitale dentro di noi, in altre parole la nostra volontà di essere sani e guariti.

“Nella mia pratica clinica, ho avuto modo di vedere molte volte quanta differenza può fare la presenza o l’assenza di tale volontà. Ricordo due pazienti che erano a letto, uno accanto all’altro. Entrambi erano paraplegici a causa di un incidente automobilistico e tutti e due svilupparono la stessa infezione. Ad ognuno di essi fu dato lo stesso tipo di antibiotico, in una settimana uno era guarito e l’altro era morto. Chiesi allora a un infermiere quale fosse la differenza tra i due, egli scosse la testa e disse che fa parte della normalità che alcuni guariscano ed altri no. Egli non sapeva, così come non lo sapevo neppure io, che la differenza va cercata nel fatto che alcune pazienti hanno la volontà di guarire ed altri no.” (Life energy, p. 21)

Come aiutare il processo di guarigione

La prima cosa che dovremo cercare di raggiungere è riconoscere quello specifico stato emozionale che sta rubando energia vitale ed abbassa il livello funzionale del timo. E dobbiamo anche riconoscere che una bassa funzionalità del timo rende difficile la soluzione dei problemi in quanto può influenzare negativamente il flusso del Chi nei Meridiani energetici, rendendo così più difficile il funzionamento e la guarigione degli organi interni.

Se correggeremo queste condizioni emozionali sul nascere, resteremo sani. Se non ce ne prenderemo cura, entreremo in una condizione che può anche essere considerata normale, ma in effetti è molto lontana da esserlo. Una condizione che ci porterà da malattia a malattia, da operazione a operazione, ad una vita breve, non vissuta perché non produttiva e non creativa, nonché devastata dalle malattie. Tutto ciò non è affatto normale e non è quanto è stato inteso per noi. La nostra eredità prevede infatti una lunga vita, sana, felice, produttiva e creativa.

Fonti

http://www.procaduceo.org/it_schema/subconscio/motiv_anta.htm

http://it.wikipedia.org/wiki/Timo_(anatomia)

http://www.my-personaltrainer.it/fisiologia/timo.html

http://www.focus.it/scienza/salute/Che_cose_il_timo_C39.aspx

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