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“Tu sei l’Eletto, Neo. Vedi, tu hai passato gli ultimi anni a cercare me, ma io… è una vita… una vita intera, che cerco te”. (Morpheus)

Chi cerca chi?
Un grande eterno gioco a guardia e ladri in cui tutti rincorriamo qualcosa, tutti fuggiamo da qualcosa o qualcuno, tutti abbiamo qualcuno che ci segue e qualcun altro che ci insegue.
Così possiamo passare l’intera esistenza sulla terra a fuggire, cercare, correre, affannarci, nasconderci, congratularci per la vittoria, amareggiare per la sconfitta, spingere, rallentare, …Insomma, tutto eccetto … VIVERE.

“Tu sei l’Eletto, Neo. Vedi, tu hai passato gli ultimi anni a cercare me, ma io … è una vita … una vita intera, che cerco te”.

Che cos’è che cerchiamo? Felicità, benessere, ricchezza, posto fisso, benessere e felicità per amici e familiari, salute fisica, pensione, casa, cultura, spiritualità, Dio, pace, successo, amore, vita di coppia appagante, illuminazione, gioia, soddisfazioni, la laurea, …

Spesso cerchiamo semplicemente qualcosa in cui credere, qualcosa in cui identificarci, un senso per cui vivere, potremmo dire… qualcosa di cui parlare, qualcosa che ci faccia sentire pieni, vivi.

Tu lo hai trovato?
Ti senti pieno lo stesso se perdi il lavoro? Se non ricevi il premio? Se vieni lasciato? Se muore tua mamma? Se tuo figlio ha una grave malattia? Se le cose non vanno come vuoi?

Ti senti lo stesso quando ti accorgi che adesso, una volta tirati i dadi, devi giocare la partita e muovere tu per primo e tu per ultimo la pedina?…

“Tu sei l’Eletto, Neo. Vedi, tu hai passato gli ultimi anni a cercare me, ma io … è una vita .. una vita intera, che cerco te”.

Questa frase viene pronunciata da Morpheus all’interno del film Matrix. Morpheus rappresenta la verità, rappresenta il servo, non il maestro, al servizio di un bene più grande che spesso nel film rimane celato, ma che in un concetto metaforico più grande possiamo identificare con l’Arabia Fenice, in cui Neo e noi siamo la Fenice che, se vuole, può risorgere dalle ceneri.

Quali ceneri?
Se ci identifichiamo con il fuoco effimero dell’illusione, non faremo altro che continuare a bruciare, scottandoci, producendo cenere e cenere e cenere, … Se ci identifichiamo con la polvere, polvere rimarremo.

Se passiamo i nostri anni a cercare il maestro, la terra promessa, la felicità eterna (quella che si ottiene sfregando la lampada di Aladino e che non invecchia mai, indipendentemente da noi), … ahi! … che gran scottatura, davvero! …

Cosa possiamo cambiare? Come possiamo sciogliere il “gap” che ci impedisce di oltrepassare lo “stargate” del Velo di Maya?
…“… ma io … è una vita … una vita intera, che cerco te”…

Come gli uomini incatenati all’interno della caverna di Platone, passiamo l’intera esistenza rivolti verso l’illusione, per la quale ci affanniamo tanto, senza ascoltare, senza sentire che da un tempo immemore una parte profonda, sempiterna, di noi ci cerca, ci chiama, ci desidera. Vuole che la guardiamo, che la ascoltiamo, perché lei, solo lei, ha la chiave.

Non si muove, non suda, non si affanna, ma allo stesso tempo ci brama. Lei brucia del fuoco eterno senza scottarsi. Brucia di quel fuoco che si autoalimenta, un fuoco eterno a cui in fondo tutti tendiamo.

La via della fenice
Ascoltare questa voce interiore è l’unica Via per realizzare se stessi. La realizzazione di Sé, il volo della Fenice, passa attraverso le ceneri, brucia il vecchio, spesso con dolore, per permetterti poi di spiccare il volo.

Spegni la macchina, ferma i pensieri, chiuditi in ascolto della del tuo bambino interiore, solo lui può indicarti la strada che insieme da sempre volete raggiungere per vivere il massimo appagamento, che non ha colori, non ha profumi, non ha suono, semplicemente E’.

Anche tu puoi liberarti dalle ceneri come la Fenice e volare sull’apparenza, sulle esperienze, indipendente da esse. Se desideri una cosa, questa, smetti di chiederti perché nessuno te la dà. ALZATI E VAI A PRENDERLA!

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